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Chi sono

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Lascerò che a descrivermi siano le parole di una persona per me molto importante e che mi conosce molto bene: mia moglie Viola.

Gabriele è per me la parte solida, la decisione, l’obbiettivo.
Quello che spicca appena si conosce è la sua stretta di mano, sicura e ben stretta.
Il suo sguardo è diretto e interessato, curioso per ciò che ascolta e accade intorno a lui.
Una delle sue caratteristiche principali è l’interesse per le cose nuove, conoscere il perché e tornare sui suoi passi, poter cambiare idea, allargare le sue conoscenze, senza pregiudizio o rigidità, imparare.

L’ascolto dell’altro è alla base del suo interesse, perché attraverso l’altro sa che può capire e crescere.Nelle discussioni non prende mai una posizione a senso unico, ma vaglia con estrema cura tutte le sfaccettature di un argomento, trovando validi i diversi punti di vista. Credo sia una scelta dettata dalla sua fede verso l’altro, verso le persone, una scelta che ormai è diventata una forma mentis.

Gabriele spesso mette le esigenze dell’altro davanti alle sue. Spesso accade che rinunci a qualcosa per se stesso per aiutare e migliorare le condizioni dell’altro, che sia un amico, un famigliare o un conoscente.
Penso che il suo sia un comportamento altruistico scevro da qualsiasi interesse, perché sceglie di lasciare andare il resto e vivere la richiesta di supporto nel “qui e ora”, partecipando ad un miglioramento. La sua indole lo spinge a trovare le soluzioni ai problemi soprattutto muovendosi sul piano del “fare”. Il suo livello di analisi davanti a un quesito è sistematico: riconosce il problema, empatizzando con chi lo presenta; definisce il proprio obbiettivo per affrontarlo e capisce come risolverlo, partendo proprio dall’altro e da come può aiutarlo ad aiutarsi, non si sostituisce, così facendo sceglie la soluzione più adatta per ognuno.

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Per lui il proprio lavoro è fondamentale, lo definisce. Ha iniziato la sua carriera da architetto mettendocela tutta con sacrificio e dedizione. E’ passato alla politica proprio perché nell’ambito dell’architettura mancava il contatto e lo scambio con l’altro specialmente nella relazione e nel sociale. Il mondo della politica gli ha permesso finalmente di dare spazio a questa sua attitudine: farsi portavoce dell’altro, desiderando di farsi scegliere dagli altri per ciò che ha fatto e fa senza imporsi o autoproclamarsi. Gabriele è una persona decisamente riflessiva e osservativa, parte solo quando ha tutti i dati e le conoscenze che gli servono per affrontare qualcosa. Non si espone se è impreparato, non improvvisa e non inventa. Gabriele analizza, riflette, pensa e vive il tempo come portatore di insegnamento e possibilità. E’ capace di stare su un progetto per ore e ore, e non si alza fino a che non lo ha terminato; nello stesso tempo possono passare settimane prima che decida di scegliere, in questo tempo lavora sodo per essere sicuro della decisione presa, sicuro che possa essere la migliore che poteva prendere.

Come collaboratore o collega è una persona di poche parole, ma usa quelle giuste quando servono senza troppi fronzoli. E’ una persona diretta che pensa come se stesse già sviluppando un’idea da realizzare e parla come se facesse. Per lui le parole sono importanti, così importanti che non le usa a sproposito, ma le calibra e le soppesa. Gabriele è un uomo del fare e se c’è qualcosa che ho imparato da lui è che non c’è miglior dimostrazione d’amore o di responsabilità che quella di dimostrare coi fatti, con la realizzazione di qualcosa di tangibile e concreto ciò che si desidera.


 

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Gabriele sa dipingere, ama disegnare e uno dei talenti che ha ereditato da sua mamma, ha una “bella mano” come si dice in gergo; per alcuni periodi ha riempito casa con i suoi quadri che ancora abbiamo appesi o appoggiati in attesa di trovare un posto. Osservandolo mentre disegnava per poi andare a dipingere, mi sono accorta dell’impegno nello scegliere un colore dalla tavolozza, il più adatto, per poi rendersi conto che era tutto da rifare senza perdere la passione e la voglia. Studiare la luce, la pasta del colore e le varie tecniche da usare, senza perdere l’entusiasmo.
Tutto questo si può riassumere in un’altra sua capacità: la pazienza. Essere pazienti penso sia un talento, forse s’impara col tempo ma ci sono persone pezienti già da giovanissime. Gabriele ha la pazienza di aspettare il momento più opportuno, ascoltare chi gli racconta la propria storia, studiare ciò che non conosce e non arrendersi alle prime difficoltà, ha la pazienza di essere paziente e aspettare.

Il basket è un’altra grande passione che ha sempre praticato fin da bambino e da giovane adulto.
Penso che lo abbia aiutato a lavorare in squadra e a stare sull’altro. Di seguito un passaggio scritto da un formatore sportivo che rende l’idea.
“Nel gioco del basket il passaggio è un gesto tecnico ed è anche comunicazione, la palla è lo strumento. La palla è strumento e metafora della comunicazione. Ci sono giocatori che sanno comunicare al momento giusto, sanno fare il passaggio nell’istante migliore, senza esitazioni, esprimono in un gesto velocissimo i propri intenti e i propri bisogni.
Quando si riceve può capitare di non essere pronti ad afferrare la palla. Ci sono passaggi che attraversano tutto il campo. L’intento del contropiede è di arrivare a canestro il più velocemente possibile. A volte ci si riesce in un passaggio e, nella peggiore delle ipotesi, in tre. Comunicare a queste velocità tra più persone richiede uno stile di comunicazione aperto, empatico, assertivo. Aperto perché è un passaggio imprevedibile e ciascun giocatore deve essere disposto a ricevere in qualsiasi parte del campo si trovi; empatico perché, pur non parlando, i compagni di squadra entrano in ascolto profondo l’uno dell’altro; assertivo perché manifesta e dichiara apertamente il bisogno della squadra – andare a canestro il più velocemente possibile nel minor numero di passaggi possibile- e tutti cooperano a realizzare questo bisogno.” (Angelo Cattaneo, Joy Trainer® e Formatore, esperto in Counseling per adolescenti e Counseling sportivo).

Il mare, un’altra grande passione. Per lui uscire in barca, anche da solo, è una delle cose che preferisce. Si abbandona senza lasciare il timone alla vastità del blu. Lasciarsi trasportare dalle onde, non intercedere. Penso che sia un tratto di chi ama lasciarsi un po’ andare, che lo concede a se stesso. Non è da tutti lasciarsi trasportare ed essere consapevoli che non si può avere il controllo su tutto, legittimandosi, se non si riesce e se non si raggiunge quello che si desiderava. Mettersi sempre in gioco senza rimane intrappolati in un’idea o un pensiero. Questo significa navigare nelle scelte della vita, pronti a virare anche all’ultimo momento.

Per me Gabriele è un punto fermo, stabile. Una persona di cui fidarsi, leale e corretta.

Certo io lo amo e queso fa sì che io sia di parte. Ciò detto penso che con l’ascolto e il dialogo sia sempre riuscito a farsi volere bene anche da chi lo ha criticato aspramente. Le uniche critiche sterili che ha ricevuto nel corso del tempo, sono state da parte di persone che non lo conoscevano davvero, ma che si erano innamorate di un’idea. Quando ami qualcuno, che sia un amico, un amore o un pensiero, lo ami anche per le sue contraddizioni, per le sue debolezze e fragilità.

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